Da quasi un anno ho l’onore di partecipare al progetto di AgriOpenData, una piattaforma online pensata da Massimo Morbiato, project manager di EZ Lab, startup che opera nei campi del semantic web e dell’open data.
Ho già avuto modo di dire quanto sia soddisfacente per me partecipare a progetti dall’elevato contenuto etico. Oggi come oggi infatti considero personalmente l’’etica necessaria per dare alle idee una reale progettualità concreta. Ed è l’unico valore che, se ben comunicato, diviene automaticamente comunitario, condiviso e inevitabilmente di successo.
AgriOpenData unisce in modo etico il settore agroalimentare, eccellenza italiana, alle nuove tecnologie. Una combinazione, questa, pronta a rivoluzionare l’intero comparto del food e a portare concetti come sicurezza, qualità “filiera” e “tracciabilità” a un livello totalmente differente.
Ma cos’è esattamente AgriOpenData e in che modo rivoluzionerà il settore agroalimentare?
Abbiamo creato AgriOpenData per permette ad aziende agricole, agronomi e industry collegate di tracciare con la logica dello Smart Contract tutto il processo produttivo, per portarlo fino al consumatore finale.
Quest’ultimo ha modo di conoscere finalmente la provenienza esatta del prodotto, i trattamenti fitofarmacologici ricevuti, la modalità di raccolta, lavorazione e confezione. Dal campo al bancone del supermercato. La cosa rilevante è che queste informazione vengono acquisite dalla piattaforma in modo implicito ai processi e non in fase di report manuale o di certificazione.
L’obiettivo è garantire una totale trasparenza che va a vantaggio dei prodotti di qualità e del consumatore finale.
So che questa sembra un’utopia, ma i cambiamenti a cui sto assistendo grazie a questo momento di rivoluzione mi fanno credere che tutto ciò ora sia possibile!
AgriOpenData permette di riconoscere in modo incontrovertibile il valore delle produzioni agricole e delle lavorazioni oggettive che ne determinano la qualità, non permettendo più manipolazioni linguistiche o di etichetta il cui scopo è semplicemente ingannare il consumatore.
Riuscite a immaginare le innumerevoli implicazioni positive che questo può portare alle coltivazioni BIO, DOC o DOP?
Ciò è possibile attraverso processi concatenati che collegano la filiera, tramite la Blockchain, cioè la raccolta e la condivisione dei dati.
La trasparenza “benevolmente obbligata” che ne deriva spinge i produttori e tutti i soggetti della filiera a una maggiore attenzione ai temi della sicurezza del cibo e dell’ecosostenibilità.
AgriOpenData segna quindi un nuovo standard per il settore agroalimentare e l’intera filiera produttiva dovrà riqualificarsi nei prossimi tempi…e qui il marketing insegna
Vince chi si muove per primo.
E questo “primo” esiste già.
Dalla collaborazione tra EZ lab con AgriOpenData ed Ernst & Young Italia, leader mondiale nei servizi di consulenza, è nata “WINE Blockchain”, una soluzione digitale per tracciare e certificare la filiera produttiva del vino.
In Puglia, la Cantina Volpone ha già integrato la “WINE Blockchain” nei suoi processi produttivi e rappresenta oggi il primo case history in Italia di un vino, il Bianco Falanghina, di cui è possibile conoscere tutti i dettagli produttivi e le caratteristiche specifiche.
AgriOpenData dimostra ancora una volta che stiamo vivendo un momento di puro “Illuminismo Digitale” dove il paradigma fra industry e consumatore si sta avvicinando vorticosamente sempre più al momento della verità.
Sapere di esserne parte attiva mi rende semplicemente entusiasta!
Adriano Gazzerro