Nel post precedente avevamo visto uno splendido esempio di integrazione a scuola, oggi vediamo come i serious game possono aiutare bambini con qualche problema.

Durante la conferenza “Videogiochi – istruzioni per l’uso” Stefano Triberti Ha illustrato un caso molto di interessante di applicazione di serious game per la formazione.

La definizione di serious game è:

I serious game (lett. “giochi seri”) sono giochi digitali che non hanno esclusivamente o principalmente uno scopo di intrattenimento, ma contengono elementi educativi. Generalmente i serious game sono strumenti formativi e idealmente gli aspetti seri e ludici sono in equilibrio. Al centro dell’attenzione sta la volontà di creare un’esperienza formativa efficace e piacevole, mentre il genere, la tecnologia, il supporto e il pubblico varia. È difficile trovare un netta distinzione dai giochi di intrattenimento, perché è spesso l’uso del giocatore stesso che ne determina l’aspetto formativo. Anche la simulazione virtuale interattiva è spesso considerata serious game. Entrambi hanno lo scopo fondamentale di sviluppare abilità e competenze da applicare nel mondo reale attraverso l’esercizio in un ambiente simulato e protetto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Serious_game

In questo caso il soggetto preso in esame era un ragazzino che potremo definire un po’ difficile: esistono casi in cui i ragazzini non hanno ben chiara la distinzione fra bene e male e tendono a comportamenti violenti nei confronti di persone o animali.

Grazie all’utilizzo dei serious game la simulazione immerge il ragazzino in un sistema che lo indirizza verso le scelte più corrette. Il metterlo di fronte ai propri errori, e alla conseguenze degli stessi, fa sì che la sua percezione viri verso binari più corretti evitando casi di sociopatia in età adulta.