Quando avete controllato Instagram e Facebook l’ultima volta?
Rispondete pure sinceramente: la media del tempo speso sui social è di 5 anni della nostra vita.
Più del tempo totale che dedichiamo a mangiare o a prenderci cura del nostro aspetto personale.
Ce lo rivela lo studio How people use social media in 2018 realizzato da The Manifest, il quale mostra quanto i social media siano parte essenziale delle nostra quotidianità.
L’86% degli intervistati utilizza i social almeno una volta al giorno, il 72% più volte.
I social più utilizzati, tutti in crescita rispetto al 2017, a cui le persone accedono almeno una volta a settimana sono:
Facebook (82%), YouTube (75%), Instagram (53%), Snapchat (39%), Pinterest (38%) e Twitter (36%).
“I social media sono un’importante porzione della vita d’ognuno di noi.
Sono il modo utilizzato dalle persone per comunicare, cercare eventi, trovare negozi e marchi, consultare il meteo.
Sono il modo in cui le persone vengono assistite durante la vita quotidiana.”
Josh Loewen – direttore del digital marketing dell’agenzia The Status Bureau
Tutti ci rendiamo conto di essere sempre più connessi, di vivere una realtà in cui il mondo online è tutt’uno con quello offline.
Per farci un’idea più precisa del grado di influenza dei social, basta dare un’occhiata ai numeri in tempo reale su internet e social forniti dal sito Internet Live Stats: cifre impressionanti e in continuo aumento!
Anche i dati raccolti da Statista confermano quanto i social media siano importante al giorno d’oggi nella vita di tutti i giorni.
Attualmente ci sono:
- Più di 1,6 miliardi di utenti sui social network nel mondo;
- Più del 64% degli utenti va su internet proprio per accedere ai social media;
- La maggior parte del tempo online è trascorso sui social network: restare in contatto con amici e familiari, leggere news e consultare contenuti vari sono le attività più comuni;
- La diffusione di smartphone e tablet ha fatto aumentare l’utilizzo dei social: secondo 60 Secon Marketer sono più le persone che possiedono un dispositivo mobile che quelle che hanno a uno spazzolino da denti;
- Social media marketing e social commerce sono entrambe industrie promettenti con interessanti potenziali di ricavi;
- La maggior parte dei social dipende molto da contenuti user-generated (creati dagli utenti), soprattutto Pinterest e Instagram
Statista ci mostra anche qual è la proiezione di utilizzo dei social network nel mondo nel periodo di tempo compreso tra l’anno 2010 e l’anno 2021. La previsione finale per il 2021, lontano ma non troppo, è di più di 3 miliardi di utenti attivi. Quasi la metà dell’intera popolazione mondiale.
Employee engagement: come i social media fanno bene alle aziende
I social media, se utilizzati nel modo giusto, possono costituire un’opportunità per le aziende: costituiscono una marcia in più per comprendere la complessa realtà attuale iperconnessa e capire come migliorare il livello d’engagement dei propri dipendenti, trasformandoli in attivisti del brand.
“Un dipendente con alto livello d’engagement è un lavoratore a cui sta a cuore il futuro e il successo della sua compagnia e di conseguenza è attivamente coinvolto riguardo a quello che vi accade, dando un contributo positivo”
Impiegato italiano – sondaggio Employees Rising: Seizing the Opportunity in Employee Activism
Le aziende in grado di comprendere l’attuale realtà social ne potranno trarre significativi vantaggi.
Infatti, la connessione costante sui social media e il sempre più labile confine tra lavoro e vita personale forniscono un assist non da poco all’aumento dell’engagement sul posto di lavoro.
E l’engagement dei propri impiegati è davvero fondamentale per il successo di un’azienda: la chiave di volta che permettadi realizzare performance sopra la media e battere la concorrenza.
Secondo la ricerca How Employee Engagement Drives Growth di Gallup, i benefici derivanti da un alto livello di engagement degli impiegati sono:
- 10% in più di clienti,
- 21% in più di produttività,
- 22% in più di redditività,
- 37% in meno d’assenteismo,
- dal 25% al 65% di riduzione del turnover,
- 28% di riduzione della contrazione,
- 37% in meno d’assenteismo,
- 48% in meno d’incidenti della sicurezza,
- 41% in meno d’incidenti della sicurezza dei pazienti,
- 41% in meno di difetti qualitativi.
Ragioni valide per cui tutti i responsabili aziendali dovrebbero coinvolgere il più possibile la propria forza lavoro. Trovare il modo di aumentarne l’engagement e di renderli parte attiva del brand.
Secondo il report Employees Rising: Seizing the Opportunity in Employee Activism realizzato da Weber Shandwick e KRC research,
il 33% degli impiegati condivide in modo autonomo le novità positive riguardanti la propria azienda sui social personali.
Senza nessun supporto o incoraggiamento da parte del datore di lavoro.
Un buon punto di partenza, no?
Lo studio ha sottoposto dei sondaggi online a 2.300 impiegati, nella fascia d’età tra i 18 e i 65 anni, che lavoravano per almeno 30 ore a settimana in organizzazioni aziendali di varie città del mondo, tutte costituite da più di 500 dipendenti.
Ecco altri spunti interessanti risultati dallo studio in questione:
- l’88% degli intervistati utilizza almeno un social media per uso personale;
- la metà posta sui social media messaggi, immagini o video riguardanti il datore di lavoro;
- il 39% condivide online commenti positivi sul datore di lavoro;
- il 16% condivide online commenti negativi sul datore di lavoro;
- il 14% ha pubblicato sui social qualcosa che riguarda il datore di lavoro… di cui poi si è pentito
In un mondo sempre connesso, non si può più evitare di condividere il proprio business sui social solo perché si teme di risultare in modo negativo a causa di un post dei propri dipendenti.
Chi vuole esprimere una critica online troverà comunque il modo di farlo: il numero di piattaforme social è vasto, non si ha di certo modo di controllarle tutte per impedire i commenti su lavoro, sul capo e sull’organizzazione.
Una mossa intelligente, e realistica, è invece quella di costruirsi un solido brand online che rispecchi al meglio la propria reputazione offline anche sui social media.
Employee advocacy: cos’è e perché conta tanto per qualsiasi azienda
Ad ogni azienda dovrebbe interessare, e non poco, l’Employee Advocay: la promozione del messaggio dell’azienda da parte dei propri dipendenti.
E i social sono in grado di aumentarne la risonanza online quale metodo di comunicazione preferenziale, più rapido e trasparente. Un modo per entrare in contatto con il network dei lavoratori: amici, parenti, follower sono praticamente a portata di post.
Tutto ciò che il dipendente condivide in merito all’azienda ha il suo peso e le sue conseguenze: può aumentare la credibilità, creare valore aggiunto, stimolare il passaparola.
Insomma, contribuire alla creazione del brand aziendale, del brand personale di chi lavora per quell’azienda e dare un’idea alle persone esterne riguardo a cosa accade all’interno dell’organizzazione.
I social media sono ritenuti affidabili e utilizzati come punto di riferimento dalla maggioranza dei consumatori.
Secondo il report Global Trust in Advertising realizzato da Nielsen su un campione di 28.000 utenti internet provenienti da 56 paesi diversi, il 92% dei consumatori si fida degli earned media – contenuti creati online in modo spontaneo dagli utenti stessi come commenti nei blog, nei forum, post sulle pagine dei social.
Tale tipologia di pubblicità è non solo quella di gran lunga preferita ma è anche ritenuta più affidabile rispetto alle altre forme, quali spot o banner a pagamento.
Per tale motivo qualsiasi business dovrebbe impegnarsi a capire qual è il suo target sui social più diffusi come Facebook, Instagram, YouTube. Capirne le abitudini e i gusti in modo da entrare in contatto con loro. E soprattutto risultare interessanti ai loro occhi, trovando il modo di distinguersi dalla massa di aziende concorrenti.
Questo obiettivo diventa più raggiungibile grazie all’employee advocacy: un dipendente che si sente davvero coinvolto con l’azienda per cui lavora mostra apertamente il suo engagement, anche sui social. Difende il suo datore di lavoro dalle critiche e si batte come sostenitore, sia off che online.
Le aziende non possono lasciarsi sfuggire l’opportunità di costruire il proprio gruppo di sostenitori, a maggior ragione poiché questo movimento crescerà di sicuro negli anni a venire.
Ma allora quali sono le leve da sfruttare per aumentare l’engagement dei dipendenti sui social?
Il report Employees Rising: Seizing the Opportunity in Employee Activism individua 4 gruppi principali di componenti da includere nelle applicazioni business:
- Leadership
- Comunicazione interna
- HR (Human Resources) – Sviluppo per i dipendenti
- CRS – Corporate Social Responsibility
La leva della leadership pare essere considerata la più importante dalla maggior parte dei dipendenti intervistati: costituisce un fattore critico per la creazione dell’employee engagement l’attribuzione del giusto valore alle idee e opinioni degli impiegati, la capacità di rendere piacevole il posto di lavoro, la buona reputazione e l’affidabilità del datore di lavoro, la capacità di ascolto e di risposta alle richieste presentate dai dipendenti.
La leva della comunicazione interna funziona se i dipendenti sentono di essere tenuti al corrente di quanto accade all’interno della realtà aziendale, in modo costante attraverso comunicazioni frequenti. In pratica, evitando di fargli scoprire cambiamenti e novità tardi o, nel peggiore dei casi, da fonti esterne.
La leva riguardante le risorse umane e lo sviluppo dei dipendenti si basa sulla presenza di numerose opportunità di crescita e d’apprendimento per i dipendenti. L’offerta di una preparazione adeguata, assieme alle risorse necessarie per svolgere al meglio il proprio lavoro sono considerate importanti per aumentare l’engagement con l’azienda.
La leva della Corporate Social Responsibility – Responsabilità sociale d’impresa: secondo i dipendenti intervistati è importante che l’azienda sia in grado di trattare allo stesso modo tutti gli impiegati, a prescindere dalle loro differenze di razza, sesso, età e cultura. Inoltre, viene valutato positivamente il fatto che i responsabili aziendali svolgano un ruolo attivo nella propria comunità, mostrando di avere a cuore temi sociali quali la protezione e il miglioramento dell’ambiente.
Come la gamification aumenta l’employee engagement anche sui social
Se i benefici di un alto livello d’employee engagement sono ben chiari, non si può dire altrettanto del modo in cui migliorare il livello. Infatti, la maggior parte delle aziende fa fatica a coinvolgere i propri dipendenti all’interno del suo sistema.
Ed è qui che entra in gioco la gamification: un sistema di gamification è in grado di rendere più partecipi, attivi e produttivi i lavoratori applicando le meccaniche del gioco nell’ambiente lavorativo.
A chiunque piacciono i giochi, in particolare se alimentati da competizioni amichevoli tra colleghi, da ricompense e riconoscimenti elargiti in tempo reale. Il tutto associato alla possibilità di condivisione delle proprie conquiste lavorative sui social media.
La fusione tra gamification e social media permette alle aziende d’aumentare l’engagement dei propri dipendenti attraverso l’utilizzo della tecnologia.
Infatti, social media e mobile device sono in grado di rendere il posto di lavoro più collaborativo, più interessante e più coinvolgente per i lavoratori.
Applicare le logiche dei social e quelle dei giochi porta alla creazione di applicazioni vincenti in termini d’engagement, produttività e brand advocacy.
Inoltre, le generazioni dei Millennials e dei Baby Boomers – ovvero coloro che costituiranno presto la maggior parte della forza lavoro – hanno un alto livello di familiarità sia con i social media che con le gaming app che utilizzano quotidianamente sugli smartphone personali.
Secondo Gartner, per le aziende le strategie di gamification diventeranno tanto importanti quanto Facebook, eBay o Amazon. Per quale motivo?
La peculiarità della gamification sta nel riuscire a indurre dei reali cambiamenti negli impiegati. Attraverso la creazione di una competizione amichevole tra colleghi e il supporto costante si riesce ad aumentarne l’engagement molto più che con altri metodi.
Quali contenuti funzionano sui social media aziendali?
Spesso le aziende tendono condividere analisi lunghissime e dettagliate di servizi e prodotti offerti, piatti comunicati stampa o bilanci annuali, mancando del tutto lo scopo di condivisione e intrattenimento dei social. Professionali sì ma non noiosi!
Un modo per migliorare il livello d’engagement dei propri impiegati è scegliere di condividere dei contenuti rilevanti e interessanti per loro.
Ad esempio, eventi aziendali di team building, feste in occasione delle festività, traguardi raggiunti dall’azienda e dal team, novità e migliorie, attività sociali.
Sempre importante è tenere conto del feedback da parte degli impiegati: la comunicazione deve essere aperta e alla pari, mai creare dei monologhi né delle imposizioni dall’alto. Il tema è sì il lavoro ma occhio a non perderne la vena social.
Le aziende non possono permettersi di sottovalutare l’importanza dell’engagement dei propri dipendenti. E la gamification unita ai social media è in grado di fare davvero la differenza per gli obiettivi di lungo termine dell’azienda e il benessere dei dipendenti.
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